Le Cisterne Romane dell'Isola di Ventotene

L'isola di Ventotene annovera nel suo patrimonio storico - architettonico un sistema idrico per l'approvigionamento dell'acqua potabile, realizzato dagli stessi romani nella parte meridionale del territorio isolano, comprendente due CISTERNE per la raccolta delle acque piovane.
La prima cisterna denominata "dei carcerati" distante 1 Km da piazza Castello, deve il suo nome alla circostanza che dopo l'utilizzo per cui venne costruita, fu impiegata come luogo di ricovero per gli schiavi borbonici. Il serbatoio in questione, venne ricavato direttamente nel tufo a circa 10 metri sotto il livello del piano di calpestio, e comprende un piazzale di raccolta delle acque a cielo aperto su cui si aprono due gallerie con volte tra loro comunicanti, impiegate per la conservazione delle riserve.

Il secondo serbatoio distante dal primo 400 metri, prende il nome di "grotta Iacono", dal nome della famiglia omonima ivi spedita dai Borboni nel 1772, per colonizzare Ventotene; altra denominazione della cisterna è "Villa Stefania", dal nome della moglie di uno degli Iacono.
L'accesso avviene attraverso una scalinata con arco alla sommità che conduce in tre gallerie oltre le quali vi sono altrettanti tre corridoi per ciascun lato.
Al termine del suo utilizzo come luogo di raccolta dell'acqua, la cisterna divenne luogo di riparo per uomini ed animali, come testimoniano i numerosi graffiti e dipinti lungo le pareti.