Storia dell'Isola di Ventotene

L'isola di Ventotene originatasi circa 1 milione e settecentomila anni fa, a seguito delle primissime fratture a livello marino da cui affiorarono materiali di natura magmatica, conobbe il suo primo insediamento umano già a partire dall'Età del Bronzo (XVI - XVII secolo a.C.) per ragioni, quasi certamente, di difesa e riparo dalle avversità del mare, garantite dal territorio isolano ricco di anfratti rocciosi a picco sul mare.

Ventotene si forgiò della prima intitolazione con l'approdo dei Fenici e dei Greci, ai quali si deve l'appellativo Pandaria e Pandotira (mutato in Ventotene nell'epoca moderna); ma fu solo con l'arrivo dei Romani nel I secolo a.C., che la stessa acquisì importanza e splendore, di cui si conservano tutto'oggi preziosi reperti archeologici.

L'allora ( II secolo a.C.) impervia isola pontina, accolse come "primo" abitante una fanciulla di nome Giulia, figlia di Augusto, ivi esiliata per aver violato la Lex Iulia sulla moralizzazione pubblica, che lo stesso padre emanò nel 18 a.C. .
La nota Villa di Giulia situata a Punta Eolo è stata costruita appositamente per ospitare la figlia dell'imperatore, il cui esempio venne seguito, più tardi, nel 29 d.C., dall'imperatore Tiberio che dapprima vi "spedì" la nipote Agrippina, morta di stenti nel 33 d.C., e successivamente la moglie Ottavia per ragioni legate ad una possibile non fecondità della donna.

 

A questo periodo risale la realizzazione di ingegnose opere architettoniche, come l'acquedotto con annesse cisterne di alimentazione, la necropoli di Calabattaglia, le peschiere, ed il singolare Porto Antico frutto dell'escavazione artificiale della frastagliata costa di tufo che contraddistingue l'isola.

I secoli successivi alla dominazione romana, conclusasi con la caduta dell'Impero Romano, furono caratterizzati dapprima da una imprecisa presenza di monaci (benedettini e cistercensi), dopodichè dalla dirompente veemenza dei Borboni fautori di un progetto di urbanizzazione di Ventotene.
I lavori iniziarono nel 1768, su commissione di Ferdinando IV di Borbone, e su progetto di Antonio Winspeare e Francesco Carpiebbero.

Il risultato fu realizzazione di uno splendido borgo marino tra le cui mura si ergeva e si erge tutt'ora la chiesa di Santa Candida, il Forte, sede del Municipio e del Museo Archeologico, ed il Carcere di Santo Stefano tra le cui mura, i detenuti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi redassero nel 1941, lo storico Manifesto di Ventotene, documento guida delle prime idee di una Europa Libera e Unita.